mercoledì 16 aprile 2014

I due ricci orfanelli...estate 2012

Estate 2012. Ho un orribile ricordo legato a quell'estate, ma voglio scrivere di una bellissima storia d'amore tra me e un riccio...anzi all'inizio erano due. Ma andiamo per ordine. Vidi un piccolo riccio sgambettare in giardino e decisi di metterlo al riparo da una rampa di scale potenzialmente pericolosa.
Il riccio liberato in una zona del giardino più protetta se ne andò libero per la sua strada. Giorni dopo, sentivo i vicini della casa di dietro parlare di ricci. Come non sentirli del resto! Ogni estate che si trasferiscono da me si interrompe la pace, il silenzio, l'idillio. Decisi di intromettermi per chiedere informazioni e il vicino mi fece vedere due piccoli ricci che aveva trovato tra i cespugli incolti del loro giardino vicini alla loro mamma morta. Ricordai in effetti di aver visto tempo prima un porcospino davvero grande che si aggirava per il giardino di mia zia. Mi proposi di tenerli io e di contattare la forestale. Così feci. Essendo abbastanza appassionata di animali selvatici, il mio amico della forestale mi propose di tenerli provvisoriamente io e di svezzarli. Non appena svezzati glieli avrei dati in consegna per la loro liberazione in luogo consono. Così mi attrezzai di tutto. Il mio amico del negozio di animali mi fornì una gabbietta per criceti con tanto di abbeveratoio, "in prova". Il suo modo per aiutarmi senza farmi spendere soldi! Presi latte privo di lattosio, omogeneizzati di frutta e di carne e mi misi all'opera. Però mi vennero paranoie circa la presenza di zecche... Allora, su consiglio del mio amico forestale, spruzzai del frontline su un batuffolo di cotone (in un luogo ben lontano dai due piccoli ricci!!) e dopo aver fatto evaporare l'antiparassitario, certa che non colassero gocce, ma che fosse quasi completamente asciutto, lo passai sugli aghi dei due ricci, molto superficialmente. Occorre fare molta attenzione perchè è velenosissimo per i ricci soprattutto se inalato. Agisce sul sistema nervoso e muoiono. Basta appena uno sfioramente sugli aghi perchè sia efficace, quindi non è necessario insistere col batuffolo e men che mai spruzzare direttamente sul riccio il frontline!!! Ne provocherebbe immediatamente la morte. Nelle ore successive mi vennero mille paranoie pensando di aver provocato danni neurologici, poichè li vedevo d'improvviso tremare, ma di fatto un leggero tremolio era normale. Cadde una quantità incredibile di minuscole zecche moribonde. Pulita la gabbietta con prodotti disinfettanti che poi risciacquavo bene e asciugavo per non lasciare nell'aria residui tossici, misi i due ricci all'interno con acqua a disposizione e una copertura di rametti di mirto, sotto la quale si rintanarono.

Li allattavo con un biberon di latte e poi con una pipetta di quelle che si usano in laboratorio mettendovi all'interno dell'omogeneizzato di frutta e carne finchè il piccino che sopravvisse non riuscì ad addentare pezzetti di pera e di mela. L'altro fratellino (o sorellina?) lo seppellii vicino ad uno dei rubinetti del giardino.
 Il piccolo riccio intanto cresceva e mangiava voracemente. Ormai bastava comparirgli davanti perchè si agitasse arrampicandosi sulla gabbia per essere preso in mano e "allattato" col suo biberon. Che tenerezza.
Certo era faticoso allattarlo ogni 4 ore, ma quando ci si innamora di un altro essere vivente niente pesa.
Quando fu sufficientemente autonomo, come da accordi lo consegnai alla forestale che lo liberò i un camop di peri dove erano presenti altri ricci.
Inutile dire che ne sentii moltissimo la mancanza...Forse l'avrei potuto tenere nel mio giardino...ma riflettendoci bene non sarebbe stata una soluzione ottimale tra tosaerba e pericolo di uscita dal cancello. Insomma, era giusto per lui essere liberato in un luogo sicuro e con i suoi amici ricci.

Capita ancora che qualche riccio passi per il mio giardino e così lascio pezzi di mela qui e là per accoglierli al meglio. Siate sempre i benvenuti cari ricci!


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